(Mighty Music) Ho stroncato senza pietà il debut dei russi Estate, ma “Mirrorland” è di tutt’altra fattura! I sovietici hanno composto un disco più roccioso, compatto e fruibile, dove adesso i riferimenti principali sono il symphonic power scandinavo (più i Twilight Force che altri) e Symphony X. La titletrack, che apre le danze, si sviluppa appunto seguendo le coordinate sonore di quest’ultima band, fra inseguimenti frenetici e un wall of sound delle chitarre assolutamente massiccio. Piena di cambi d’umore progressive “The Ghoul”, mentre “Stolen Heart” è classico power tastierato dal sapore nordico. Melodica senza essere melensa “Knight of Hope”, di cui è presente (come bonustrack) anche una versione cantata da Mark Boals, e la seconda metà del disco è certamente più incline al power squillante e basato sulle tastiere: lo dimostra ad esempio “Lady Wind”, mentre è troppo leggera la ballad “Silvery Skies”. Verso la fine, mostra un approccio scopertamente hard rock l’ariosa “Matter of Time”, anch’essa in duplice versione (anche con cantato di Mats Leven dei Candlemass). Un nettissimo miglioramento!
(René Urkus) Voto: 7,5/10