(Noisehead Records) Dopo due anni dal debutto ritornano i teutoni Eternal Torture con un deathcore squadrato, scolpito nel granito, intriso di groove, di ritmiche possenti, riff rocciosi e flebili virate nel melodic death metal, ma tante escursioni in blast beat che sanno tanto di brutal death metal, anche per via della prestazione vocale di Andy Brecht, il quale appunto farebbe la felicità di molte brutal bands. “Lacerate the Global Hate” è possente, ma anche dannatamente scontato per quello che offre. L’album assesta “Dresscoat Meat” e “Wardrones” per cominciare e già si capisce dove andranno a finire gli Eternal Torture. L’unica cosa meno scontata sono alcuni effetti elettronici sulla voce e mixaggio che di tanto in tanto danno dei piccoli colpi di smalto. Non un brutto album “Lacerate the Global Hate” (ci sono almeno tre canzoni interessanti), ma tra riffing, ritmiche, death e metalcore denso e robusto c’è un clima piuttosto modale da parte dei Bavaresi. Un album che è una valanga di plutonio e dunque perfetta solo per chi cavalca ondate del genere.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10