(Sliptrick Records) Nati come tribute band dei Def Leppard, ma presto dediti alla realizzazione di materiale originale, gli slovacchi Eufory pubblicano il loro secondo album affidandosi a Roland Grapow per il missaggio. “Dragon Hearts” non vuole correre ma creare atmosfera, e ci riesce decisamente bene disegnando un power appena spruzzato di progressive che può ricordare gli ultimi Sonata Arctica o i Serenity (al netto degli orpelli sinfonici). “Louder” è fondata su cori molto pieni e maturi, sullo stile dei Vanden Plas; “Karmic Eyes” sconfina pienamente nel progressive anche (e soprattutto) grazie alle tastiere. “On a Pyre” ha un mood che mescola momenti acustici, strutture quadrate quasi medievaleggianti e chitarre progressive; è un peccato dunque, con una scaletta che fino a questo punto non aveva mostrato alcun segno di stanca, che il disco si perda un po’ nel finale, con la prolissa e un po’ confusa “Soldier from beyond”, e con “Dancing Star” (del tutto fuori luogo la scelta dei suoni di tastiera da dance anni ’80). In chiusura c’è una cover di “One more fucking Time” dei Motörhead. Da rivedere la tenuta complessiva…
(René Urkus) Voto: 6,5/10
(Sliptrick Records) Nel darvi un’interpretazione della seconda uscita discografica di casa Eufory è doverosa, quanto forse scontata, una premessa. Cimentarsi in un ambito musicale come il power metal di matrice europea dove pare essere già stato detto tutto ed il suo contrario, è certamente un compito arduo. Risultare originali non è quindi la missione che la band di origini slovacche si è posta con questo “Higher and Higher”. Nelle nove tracce che compongono il lavoro, influenze e citazioni nei confronti di band che hanno fatto la storia di questo genere si manifestano in modo prepotente e, per quanto mi riguarda, risultano fin troppo palesi. Ad essere oggetto di ispirazione sono stati certamente gli Stratovarius di metà anni ‘90, presi come fonte privilegiata dalla quale attingere durante tutta la genesi di “Higher and Higher”. Inutile nascondere inoltre l’amore provato dai Nostri nei confronti degli Helloween, riscontrabile in particolar modo nel songwriting di numerosi pezzi, come non celati sono i rimandi ai Sonata Arctica più melodici e immediati di inizio carriera. Se cerchiamo una scintilla che si discosti dalla mera citazione possiamo menzionare l’iniziale “Dragon Heart” che mostra un briciolo di ispirazione in più e mette in luce le doti del cantante Ľuboš Senko, oltre al talento dietro le pelli della fondatrice del gruppo Miriama Hodoňová. Scorrendo la scaletta si giunge poi al brano “I Want Out”, non una cover degli Helloween come ci si potrebbe aspettare, ma invece un brano che, seppur ricollegandosi per movenze ed attitudine alle zucche tedesche, risulta fresco e di sicuro impatto. L’album giunge al termine con una buona interpretazione di “One More Fucking Time” dei Motörhead di inizio millennio. La strada per emergere dal carrozzone del power metal melodico è ancora lunga per la formazione slovacca che dovrebbe, in mia opinione, concentrare gli sforzi nell’elaborare un proposta maggiormente personale, che si allontani in maniera più decisa dalle proprie origini. Le possibilità in questo senso pare ci siano perché gli Eufory hanno dimostrato in “Higher and Higher” di saper padroneggiare la materia (anche grazie all’ottima resa dei suoni, indubbiamente merito del talento in fase di produzione di Roland Grapow, ex-Helloween e co-founder dei Masterplan). Sarà necessario a questo punto lanciarsi e fare il definitivo salto di qualità che li porti a spiccare sulla massa.
(Davide Galli) Voto: 5,5/10