(Heaven and Hell Records) Avete presente quando si parla o scrive del thrash metal e si indica un album come “old style”? Ebbene, dimenticatevene completamente, perché fino ad ora non avete mai sentito un album thrash metal old style come questo. Mai! Gli strumenti di “Crimes Against Humanity” hanno lo stesso suono che potrebbe provenire da un lavoro di 25 anni fa. Gli Eugenic Death hanno appunto l’aspetto di persone di 25 anni fa. Sulle foto promozionali due di loro hanno i jeans attillati, tutti con scarpe sportive o anfibi, due di loro con magliette dalle maniche tagliate. Insomma ragazzi, questi qui sono stati clonati nel laboratorio dove operano John Connelly, Scott Ian, Jeff Hanneman, Gary Holt e altri illustri del genere. Questi tizi del North Carolina sono piombati all’improvviso nei giorni nostri con questo debut e si sono altamente disinteressati di capire come e dove sta andando il mondo del metal. Vedete, non è solo una questione di scelta del genere da suonare, ma anche di come proporlo, cioè attraverso una registrazione che forse è avvenuta completamente in analogico e che sa tanto di tecniche prese da due decadi fa e più. Non c’è molto da dire su questa release, non troverete canzoni memorabili come “Impact Is Imminent”, “Battery”, “Apocalyptic City” e altre ancora, ma quello spirito e quel clima, ed anche la tecnica, che le ha partorite. Tuttavia la strumentale “Epitaph” è un piccolo capolavoro, perfetta per illustrare le capacità Jonathan McCanless, unico chitarrista. Con “Crimes Against Humanity” gli Eugenic Death non potranno conquistarsi le dovute attenzioni, con quella copertina poi…tuttavia un vero e sano thrasher deve prendersi l’occasione di fare prorpio questo album sicuramente nostalgico, ma fatto con un carattere secondo a nessuno. Thrash ‘em all!
(Alberto Vitale) Voto: 7/10