(Beyond…Prod. / Masterpiece) Il sound di Götheborg rivive nel debut album degli Ever-Frost, dominandolo totalmente e rendendolo schiavo di un death metal con velleità progressive o comunque di stampo tecnico. Aggressività e solidità, caratteristiche tipiche del death metal, rinforzate ed abbellite da ghirigori, ricami, spunti di vivacità e colpi di estro. “Departing the Time” è quel genere di opera che non lascia indifferenti e soprattutto il flusso sonoro non dorme mai, non si placa è un vero fiume in piena. Il punto però è che spesso il songwriting tende a dilatarsi, si concede qualche eccesso, fino ad arrivare a soluzioni che per quanto dinamiche possano essere, peccano di autocompiacimento e di una certa ripetitività per l’essere aderenti a modelli specifici (direi At The Gates e Dark Tranquillity, tanto per dare un’idea del tipo di sound). Se da una parte la capacità di saper suonare un certo death metal e di buon livello è una lode alla band di Modena, dall’altra c’è una rimarchevole tendenza al ‘troppo’ per quella che è una realtà musicale giovane. E’ questo forse (il grado di esperienza appunto) il motivo per il quale il lato death metal è si robusto e vivace, ma spesso viene seppellito da tendenze prog che creano uno stacco da tutto il resto. Non trovo ancora un amalgama definitivo in questi pezzi che, ripeto, in fin dei conti non lasciano indifferente l’ascoltatore, per via non solo delle strutture interessanti, ma anche per buone aperture melodiche (tranne per le fasi con il cantato clean, assolutamente da rivedere) che creano momenti piacevoli. Le trame delle chitarre sono lavorate, oltre ad essere impreziosite da buoni assoli, mentre la sezione ritmica si adegua a tutti gli andamenti del songwriting. Insomma, i musicisti credo che siano già ad un livello interessante, mentre il songwriting può raggiungere un grado di qualità ben più che interessante e, per alcuni casi, meno derivativo.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10