(Rock’n’Growl) Dopo la ripubblicazione, da parte della High Roller Records, del primo autoprodotto degli Existance (recensito QUI), è finalmente il momento, per questa giovane band francese, del ‘vero’ debut: e posso dire subito che l’esame è passato a pieni voti. Piuttosto, c’è rilevare che i nostri sono passati da un rock/hard rock molto seventies a un melodic/power dalle tonalità decisamente più moderne. “Legends never die” è un ottimo inizio, un solido heavy/power con qualche influsso NWOBHM e la voce ruvida di Julian Izard che fa la sua bella figura. Energica anche “The SireN”, che ha qualcosa dei riff di U.D.O. (fatte salve naturalmente le ovvie differenze vocali), mentre “Burning Angel” si concede tempi più lenti e maestose divagazioni chitarristiche. Il più classico dei riffoni priestiani in “Prisoner”; “Close to the End” mi sembra avere qualcosa dei Gamma Ray di “New World Order”. Questo piccolo ma gradevole bignami del metallo si avvia verso la fine con le fughe delle twin guitars in “Dead or alive” e con i cori ultraclassici di “Get away”. Un disco che, nel suo genere, ha tutto: senza cali di tono, con ottimi riff e bella impostazione generale: manca solo l’hit single.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10