(Napalm Records) La ricetta è semplice. Prendete quattro cantanti belle e brave, rispettivamente Amanda Sommerville che ha collaborato con Kiske e gli Avantasia, Clémentine Delauney che ha bazzicato prima i Serenity, quindi i Visions of Atlantis e il Kai Hansen solista, Marina La Torraca (sempre gruppo Avantasia) e Anna Brunner (una newcomer). Prendete quindi undici brani generalmente abbastanza noti, tipo “Paparazzi” di Lady Gaga, “Frozen” di Madonna o la canzone del film di 007 “Skyfall”. Coverizzateli in chiave symphonic/gothic metal, ma in modo leggero, in modo che piacciano a tutti, facendoli cantare alle quattro grazie suddette. Stampate il cd. Che cosa otterrete? Niente. Null’altro che undici cover inutili in un mercato così saturo che non ci entra più neanche uno spillo. Questo “Rhapsodies in Black” ha anche un altro annichilente primato: è il primo esordio che mi capiti di ascoltare che sia completamente composto di cover. Se vi esaltano le quattro dame (che pure singolarmente ho apprezzato, e molto… soprattutto la Delauney) vestite in stile gotico comprate pure il disco e appendetevi il poster in camera… ma io non spenderò altro tempo a parlare di un esordio di cover.
(René Urkus) Voto: s.v.