(Fuel Records/Self) Volenti o nolenti bisogna riconoscere che gli Extrema sono una delle band più rappresentative del panorama Hard ‘n’ Heavy italiano; a partire dal loro debutto “Tension at the Seems” fino ad arrivare a questo nuovo lavoro hanno infatti segnato diverse tacche sul calcio del loro fucile che li ha fatti affermare sempre di più. Nonostante anche loro si siano cimentati a sperimentazioni più nu metal, scelta che divise le schiere dei loro fans, sembrano pian piano ritornare sui propri passi, riprendendo quella direzione thrash hardcore che li ha sempre caratterizzati. Rispetto al precedente e già buono “Pound for Pound”, dove la ripresa thrash sembrava definitiva, gli Extrema in questo “The Seed of Foolishness” calcano ulteriormente la mano: canzoni ancora più dure, pesanti e cariche di groove, che mischiano alla potenza anche quella melodia che caratterizza i pezzi conferendo ad essi un ottimo dinamismo. Inutile a dirlo l’influenza che da sempre si riconduce a loro sono i Pantera, di cui in questo disco c’è molto, anche se non mancano spunti più moderni di gruppi come Meshuggah e Lamb of God, soprattutto negli sviluppi ritmici. La produzione è decisamente ottima: la batteria di Paolo Crimi è editata perfettamente, conferendo cosi una resa eccezionale ai disegni elaborati del drummer, il basso è equalizzato in modo tale da creare il giusto muro ritmico che, seppur sotto le chitarre, svolge un ottimo lavoro di spinta; quanto alle chitarre di Tommy Massara la calibratura dei suoni è molto simile a quella del grande Dimebag Darrel, mentre sul piano compositivo sono davvero degni d’ammirazione la poliedricità stilistica in fase compositiva e la perizia d’esecuzione. Per esperienza diretta, dato che li ho visti dal vivo tre volte, vi posso assicurare che è sul palco che gli Extrema rendono al meglio, quindi se questo lavoro in studio già si presenta come un vero e proprio pugno in faccia, in sede di concerto ad arrivarvi al volto sarà una vera e propria mazzata.
(Michele Alluigi) Voto: 8,5/10