copeyefear(Limb/Masterpiece) Che finalmente gli Eyefear abbiano fatto il botto? Forse ancora no, ma il quinto album dei power/progsters australiani supera di certo (e di molte lunghezze) il precedente “The Unseen”. Dopo il fallimento della Dockyard1 si erano un po’ perse le tracce di questa formazione interessante e sottovalutata, che si ripresenta oggi dopo essere stata accolta dalla Limb. Il sound si è fatto decisamente altisonante e direi che le capacità dei singoli strumentisti si avvertono chiaramente. “Redemption” (presente anche in radio edit) ha un sound potente (affidato soprattutto ai ‘doppiaggi’ operati dalle keys), belle orchestrazioni e delle linee vocali molto incisive, sulle quali il dotato Danny Cecati si muove con maestria. Di “Shadowdance” si apprezza il mostruoso lavoro alla batteria di Zain Kimmie, uno dei due componenti in forza alla band fin dagli esordi, che sembra letteralmente ‘arrampicarsi’ sulla struttura del brano. Qualcosa di simile avviene anche in “Perfect Images”. La titletrack, per la durata complessiva di circa 12 minuti, è divisa in due parti: la forza sonora, complice anche l’utilizzo di alcuni growling e contemporaneamente di alcune vocals femminili, è ancora più dirompente, e su tutto continua ad aleggiare questo magniloquente pianoforte. È sicuramente un caso, ma il suo utilizzo ‘spaziale’ mi ha ricordato molto quello dei Lyfthrasyr, una delle pochissime formazioni black metal che mi sia mai capitato di seguire (e proprio perché mi affascinava questo onnipresente pianoforte!). Le tastiere vagamente eighties di “Legions” creano un’atmosfera ancora più ricca e variegata; in conclusione due riproposizioni orchestrali. Chi ama il progressive più legato al power metal dovrebbe procurarselo!

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10