(IWM) Invece di suonare cose complicate e magari comprese pienamente dai pochi, ecco un lavoro di un solista dello strumento del basso che si preoccupa di creare dei pezzi ben definiti, netti. Seppure strumentali i brani di “Bass R-Evolution” hanno quella tipica carica e grinta del metal. In un certo senso “Bass R-Evolution” è un lavoro metal, prima ancora che il debutto di Fabiano Andreacchio. Proveniente da esperienze con Mothercare e Rox, Andreacchio decide ora di passare all’autonomia artistica, lasciando esplodere la propria creatività attraverso il basso. L’album, come già scritto, ha un tenace impatto metal (alternative, power, heavy o thrash che sia) pur contando su ovvi territori progressive. Contemporaneamente Andreacchio evita di suonare composizioni fini a se stesse. Niente esibizioni di tecnica cieca e ostinata , ma un concreto approccio alla melodia e, soprattutto, a strutture che si rivelino scorrevoli e di buona presa. Irruente e razionale, melodico e potente, il basso di Andreacchio ricama, ma taglia e pesantemente i fronzoli, le cose stucchevoli e la musica diventa un ideale percorso sonoro fatto di forza e dinamismo. Anche “Dream of a Far Landscape” ha un momento di intima concentrazione melodica. Il pezzo infatti è quieto, docile, una sorta di ballata intimista. In “Bass R-Eevolution” la velocità melodica e del riffing è sostenuta, ma niente di realmente troppo estremo. Le melodie poi a volte rimandano con la mente ad un qualcosa che somiglia vagamente ad altro. Una sorta di recupero memoriale della melodia s’inerpica nelle note e nelle varie strutture di questi pezzi, ritmati da programmi ed elettronica che a volte rendono il tutto ‘freddo’. Tuttavia è una questione di preferenze e orecchio, ma niente restituisce qualcosa di scontato o impersonale, in questi oltre quaranta minuti che richiedono l’ascolto in più.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10