(Wild Kingdom) Nonostante la giovanissima età (la band nasce nel 2010 ed i componenti erano, all’epoca diciassettenni), giungono al secondo album i Factory Brains, terzetto Svedese che con questo lavoro riescono, a mio avviso, a trovare il perfetto equilibrio tra rock dei seventies, blues e sonorità più attuali. Si parte subito con il rock’n’roll indiavolato di “I’m No Good”, dominato da un pianoforte alla Jerry Lewis, un ritornello estremamente catchy ed assoli di chitarra semplici ma ricchi di pathos. La successiva “Down The River” è una ballata dal forte sapore blues, con linee vocali malinconiche davvero azzeccate. “Coffee Break” si apre con un riff di chitarra che richiama i primi Deep Purple, per evolversi poi in un blues cadenzato ed accattivante. “Modern Day” ha un incedere più moderno, con un groove che ricorda alcune cose dei Kasabian. Un giro di basso distorto domina “Friends Are Friends”, song ipnotica dal feeling punk, di breve durata e dannatamente immediata. “Fork In The Road” è una ballad sognante, dove le chitarre acustiche fanno la parte del leone, sulle quali si staglia un cantato potente e sofferto. “Arty Minds” è un blues energico, sguaiato ed “alcolico”, dal feeling selvaggio. Un album coinvolgente dalla prima all’ultima nota, suonato con passione ed una conoscenza del genere sorprendente, considerata la giovanissima età dei musicisti.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10