(A Sad Sadness Song/ATMF) “As Time Goes By” degli italiani Falaise uscì l’ano scorso, in digitale ed in autoproduzione. E spesso questa è la tomba di molti artisti di altissimo livello ma confinati nell’underground, dove finiscono i loro giorni nel totale oblio artistico. Ma per fortuna non è sempre così e “As Time Goes By” entra nel giro della ATMF ed esce nuovamente ora, nuova vita, in formato CD-digipak… un formato concreto e vero come questo post rock/metal/black, un formato che mantiene il collegamento con la terra, quel collegamento che le undici tracce ricche di emozione riescono ad annullare, distanziare, scindere. L’armonia della chitarra dell’intro “Frozen Dawn” imposta il mood ideale per questa ora di estremità sonore curate con genialità ed intelligenza. “Loveless” ha un riff avvincente, una intensa e fredda melodia che ad un certo punto esplode nella violenza per poi aprirsi all’armonia che esalta il lato atmosferico della band, e poi via verso un finale che a tratti suona epico, poi nuovamente devastante. Complessa “Eternal Sleep”, un brano ricco di atmosfera e potenziato da un singing crudele magistralmente rilegato in secondo piano. Contorte e dinamiche sia “Lost Moments” che “No Destination”, brani tirati con geniali parentesi che spingono l’ascoltatore in uno scenario oscuro e malignamente depressivo. La title track attira l’attenzione, vuole stare più in alto e si propone epica con i suoi quasi undici minuti di durata, mai scontata, mai ovvia, con frequenti cambi ed evoluzioni post-teatrali sempre dominate da un gusto melodico pregevole. Dolce prima, violenta poi “Withering”, un brano che nella seconda parte è fedele ad una matrice più tradizionale del balck, anche se non mancano parentesi inusuali, quasi avant-garde. Black più diretto, sempre secondo l’avanzato punto di vista dei Falaise, con “Pointless” e l’ottima “The Lump in My Throat”, mentre “Waiting Time” propone un post epico e trionfale, un brano che si allontana un po’ dal black e si orienta con efficacia e gusto su un post rock intenso, estremo e melodicamente depressivo. Cala la notte con la conclusiva “Nocturne”, sei minuti di ambient coinvolgente, capace di porre una fine, coprire l’intensità e l’estremità dell’album con un decadente drappo funebre, un manto oscuro che lascia filtrare qualche raggio di luce, quella di una notte morente, quella di un nuovo giorno agli albori della sua esistenza. Senza dimenticare grandi nomi sia del DSBM che del post, i Falaise suonano molto originali, quasi di matrice francese considerando le forti realtà provenienti oggi da quel paese (Regarde Les Hommes Tomber, In Cauda Venenum per citarne alcuni), senza dimenticare realtà come i Wildernessking. Con immensa personalità riescono ad abbracciare ampiamente il post, rimanendo sotto una estrema dominante di matrice black, per dare vita ad un sound che riesce ad apparire sempre emozionale ed atmosferico, ma pure crudele, feroce, tirato e dolorosamente depressivo.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10