(Bindrune Recordings / Nordvis Produktion) Bands come gli americani Fall Of Rauros sono entità pericolose. Ogni loro release è una sorpresa, per il semplice fatto che non esiste un genere principale secondo il quale i brani vengono stilisticamente composti. Black metal? Folk? Prog? Post? O semplicemente un genere musicale, comunque appartenente all’estremo, che abbraccia tutti gli altri, allo stesso tempo ignorandoli… dando vita a percorsi sonori ed emozionali unici? Anche la provenienza americana (comune con quella dei colleghi Panopticon… hanno pure pubblicato uno split assieme intitolato “Brotherhood”), in contrasto con quella europea, rende questi dischi diversi, unici, in un certo senso non comuni per le nostre abitudini europee. “Vigilance Perennial”, quarto disco della band, segue il precedente “Believe in no Coming Shore” (recensione qui) con quasi tre anni di distacco… e conferma la genialità compositiva della band. La nuova release è meno accogliente della precedente, la quale offriva violenza, melodia, atmosfera e un’altra manciata di caratteristiche comunque tutte ben definite; “Vigilance Perennial” è più contorta, con quei cambi di umore e scenario molto impercettibili, cambi dei quali ti rendi conto solo a crimine avvenuto, quasi un trasporto improvviso da una dimensione psicologica all’altra. “White Granite” è black ma anche rock, ed è pure cinematografica, senza dimenticare la componente post ed un range di ispirazioni etniche non ovvio o prevedibile. “Labyrinth Unfolding Echoes” è un classico immediato, considerando l’eccentricità dei Falls of Rauros. Imprevedibile “Arrow & Kiln”, travolgente e criptica “Impermanence Streakt Through Marble”. Musica che si diffonde come il sangue, un emorragia di suoni nell’etere che prendono forme e significati diversi, a seconda del momento, dell’atmosfera, dello stato d’animo e pure del volume d’ascolto. Il genio e la perversione sonora dimostrati nel precedente lavoro si intensificano. Il genio diventa imprevedibilità della natura, la perversione diventa rituale, un rituale a cavallo tra il mondo della materia e quello dell’onirico; Odori sottili o impattanti, temperatura, le sensazioni umide dell’aria, la pioggia ed il vento. Un vasto range di stimolanti sensoriali naturali che su “Vigilance Perennial” si presentano reincarnati in fantastici suoni, vivendo una nuova intensa vita in una dimensione per loro parallela.
(Luca Zakk) Voto: 8/10