(Nuclear Blast Records) Finalmente un disco dove la componente tecnica viene messa al servizio della canzone, e non semplicemente sfoggiata in sterili gare di bravura. Gli statunitensi Fallujah riescono infatti nell’intento di inserire elementi prog all’interno di tessiture tipicamente death, senza che l’impatto ne risenta minimamente. Questi ragazzi sanno rendere immediate alcune partiture complesse, come nel caso di “Ultraviolet”, giocata su intrecci di basso e batteria, seguiti da esplosioni di furia belluina. Buona la prova vocale del nuovo entrato Marco Palermo, dotato di uno screaming isterico non lontano dal metalcore e perfettamente adatto alle sonorità sprigionate dal combo californiano. Un disco complesso nella forma, ma diretto nella sostanza. Diretto perché è brutale e potente, e le canzoni scorrono meravigliosamente; complesso perché è talmente ricco di passaggi e sfumature da richiedere vari ascolti per riuscire a coglierli tutti.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10