(Andromeda Relix) Debut album per Far Vibes, progetto nato dalla collaborazione tra il cantante, chitarrista e bassista Maurizio Cucchiarini ed il batterista Fabio Marra, i quali avevano, più di quarant’anni or sono, militato nella doom metal band pesarese Run After To. I due musicisti non sono rimasti nel frattempo con le mani in mano, con Cucchiarini coinvolto in alcune band e progetti solisti, mentre Marra ha cercato fortuna a Milano, militando in formazioni prevalentemente blues e funk. Nonostante la distanza ed il passare degli anni, l’amicizia e gli scambi musicali tra i due non sono mai mancati fino a quando, in pieno lockdown, hanno deciso di mettere in piedi questo progetto che flirta con il rock progressivo, pur non disdegnando momenti più distorti e pesanti. L’argomento centrale, come si può intuire dai titoli, ruota intorno agli ultimi giorni di Gesù Cristo, dall’ultima cena fino alla resurrezione; forse è proprio l’argomento biblico, unito al fatto di unire prog e riff sabbathiani che mi porta a vedere i Far Vibes affini ai seminali Il Rovescio Della Medaglia. L’album si apre con “Intro” che appunto è un’introduzione alle atmosfere care ai Pink Floyd, con tanto di assolo in bending, lento ma molto espressivo. “Last Supper” mette insieme linee vocali care ai Genesis con intrecci strumentali alla King Crimson, mentre “Gethsemane” e “Pilato” mostrano il lato più heavy e muscolare, con riffoni sabbathiani che ritroviamo anche nelle intricate ed oscure “Flagellation” e “Way Of The Cross”. Molto suggestivo l’inizio di “Crucifixion”, tra chitarre acustiche e percussioni orientaleggianti, mentre la seconda parte del brano cresce d’intensità con la chitarra distorta a cesellare partiture possenti sulle quali si stagliano vocals decisamente espressive. L’oscura e cupa “Death”, con il suo incedere funereo trova la sua contrapposizione nella conclusiva “Resurrection – The End”, dalle sonorità acustiche ed un forte appeal psichedelico. Rock progressivo di alta classe, allo stesso tempo classico e fuori dagli schemi, per un disco imperdibile per gli amanti del genere.
(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10