(Steamhammer / SPV) Con i Fargo di Hannover, in Sassonia, ci addentriamo nella storia del rock, del rock tagliente, dell’hard rock. In circolazione dalla prima metà degli anni ’70, annoverarono in formazione anche Matthias Jabs prima del suo ingresso negli Scorpions e debuttarono poi nel 1979, pubblicando un disco all’anno fino al 1982, prima dello scioglimento nel 1984, con alcuni membri che finirono per formare i Victory. Da quel momento un lungo silenzio destabilizzante rotto solo nel 2018 con un ritorno -sotto forma di trio- scandito dall’album “Constellation”, pubblicato proprio sempre dalla SPV. Ed ora? Rieccoli! Più grintosi che mai, più classici ed artisticamente maturi che mai! Ma cos’è “Strangers D’Amour”? Il nuovo album del front man e chitarrista, nonché principale compositore, Peter Ladwig, il bassista Peter Knorn (Victory), ed il batterista Nikolas Fritz (Mob Rules) è pura musica rock, ricca di melodia, di amore, di sentimento, a tratti southern, spesso bluesy. Intensi arpeggi, qualche spunto che ricorda Coverdale (la voce di Peter ha più di qualcosa in comune con Dave, anche se più graffiante polverosa!) ed i Whitesnake, un chitarra sempre intensa, le linee di basso caldissime, testi intelligenti e spesso beffardi, musica senza tempo, irresistibile, seducente… musica perfetta per un’atmosfera da pub con fiumi di birra, ideale per la serata intima, azzeccata per un relax introspettivo, poderosa per una corsa a duecento all’ora lungo quell’autostrada senza fine. È rock grandioso, cosa ben visibile da qualsiasi angolazione lo si voglia osservare. Subito grintosa ed incalzante “Rain Of Champagne”, con il suo assolo brillante, dannato rock’n’roll che fa smuovere anche i morti con “Gimme That Bone”, brano che lascia spazio ad un eccitante organo Hammond, il tutto coronato da un ritornello memorabile. C’è ricercatezza tecnica sul rock scivoloso e lascivo di “Closer To The Sun”, ansia e remota malinconia su “Time”, voglia di spaccare tutto e lasciarsi andare con “Mary Says” e “Law Of The Jungle”, quest’ultima immersa in un clima arido, desertico, decisamente southern. Un arpeggio senza tempo sulla dolce e poetica “Homesick”, pulsazioni intense e esageratamente rock con “Dear Miss Donna Vetter”, un brano che porta il pensiero verso le migliori opere di grandi bands classiche. Quella sensazione che vaga dalle parti di Mr. Coverdale torna con la bellissima “No Reason To Cry”, divertente ed intrigante “Car Expert”, prima della favolosa e conclusiva “Why Don’t You”, brano con un riff soft ma pulsante, deciso ma polveroso, graffiante ma eccitante, meravigliosamente seducente. I Fargo sono rock al di sopra delle parti ed espresso all’ennesima potenza: ciascuno di questi undici brani riesce a regalare emozioni, sensazioni, coinvolgere, travolgere, catturare, provocare. Un album immenso, seducente, provocante, malizioso, infinitamente puro, sincero. Rock ‘n’ roll di classe, d’autore, di altissimo livello… un album che racchiude un’essenza artistica incredibilmente esplosiva!
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10