(Sliptrick Records) Un debutto davvero valido quello dei vicentini Fate Unburied. Dopo il buon demo “Dehumanized Society” risalente al 2012, la formazione veneta ha continuato ad affinare il proprio stile tecnico-compositivo, arrivando decisamente preparata al punto che sembra quasi impossibile che si possa trattare del primo album. Un mix perfettamente riuscito tra death metal e prog, dove riffs taglienti ed aggressivi si fondono con partiture intricate e soluzioni originali (come l’utilizzo della marimba in certi passaggi). L’opener “It’s Late!” parte tirata ed aggressiva, con un riffing alla At The Gates dirompente e conciso; Una bella sferzata di energia in apertura. La successiva “Dormancy Within” è già più complessa e mette maggiormente in mostra lo stile della band: introdotto da un pattern di basso e batteria, il brano si dipana tra accelerazioni ed improvvisi cambi di tempo che richiamano i Death ed i primi Cynic. La tecnica dei nostri è davvero notevole, come si nota nella strumentale “Fate”, ricca di tempi dispari, ottimi assoli e l’alternanza tra passaggi jazz ed altri aggressivi. L’unico piccolo neo in un lavoro altrimenti eccellente è la voce di Riccardo Babbolin, dotato di un growl abbastanza aggressivo ma non così incisivo; sicuramente questo è un lato che andrebbe migliorato. Ci troviamo comunque di fronte ad una band che brilla di luce propria e che spicca in mezzo alle tante formazioni dedite a questo genere.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10