(Cold Dimensions) Fäulnis vuol dire putrefazione in tedesco, un termine che potrebbe sintetizzare con fantasia questo sound polverizzato. Non siamo in presenza di un nichilismo sonoro lo-fi con questa band di Amburgo già al terzo album in studio, ma anzi c’è una costruzione sonora estrosa, fatta di black metal, punk, forse qualcosa del rock e così via. Più cose e intenzioni, più sound e generi. Più e più, in un’epoca in cui la musica sta marcendo, dietro una maschera fatta di sensazionalismo, di otto e di nove nelle recensioni, di elogi e saggi e articoli messi in piedi da chiunque. Più e di più per un qualcosa che di nuovo non ha, ma che stilisticamente offre intenzione e volontà, ovvero un modo personale di suonare. Non è qualcosa da poco, in questa era. Intenzione ibrida e quella menefreghista voglia di associare e contaminare modelli vecchi ma efficaci. Black metal, doom, rock e tutto il resto messo in coabitazione con un modo di fare sicuro e senza atteggiamenti schizoidi; il risultato è proprio un sound naturale e personale, caratterizzato anche da una forte drammaticità nelle melodie, sempre imponenti ma appunto cariche di tensione e di episodi appena un po’ torbidi e che ricordano scenari post-metal. Proprio le melodie e quel senso di inquietudine e l’aspetto al quale ogni ascoltatore dovrà farci l’abitudine; in pratica è l’elemento che potrebbe lasciare la percezione di una certa ripetitività delle atmosfere. A quel punto però sarebbe un qualcosa legato al gusto personale più che ad altro. Fäulnis, dieci anni di musica e un’identità personale ed unica.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10