(Nordvis Produktion) Dopo “Tid” dell’anno scorso (recensione qui), torna la one man band Fedrespor con un nuovo lavoro il cui titolo è traducibile come “dalla culla alle montagne”. E sono sempre le montagne, i boschi e le foreste nordiche che alimentano l’ispirazione di Varg Torden Saastad, artista che si muove in una direzione artistica vicina a progetti come Wardruna e Forndom. L’album è ricco di emozione cristallina, coniuga con maestria il folk nordico con un cantato molto ispirato, decisamente di altissimo livello. Musica pregna di luminosa malinconia, di dolore nostalgico, di ricordi, ma anche esaltazione delle tradizioni, quelle radici di ieri che sono alla base dell’oggi e del futuro che segue. Percussioni primitive, suoni della natura… il tutto convogliato con sintetizzatori digitali che materializzano strumenti folk come corna, arpe e lire… per dar sostegno e vita ad una dimensione poetica surreale ed avvolgente. Senza confini temporali o geografici brani come “Lengselens Morgenrøde”, dotati di una chitarra superlativa. Modernità relegata a dimensioni del passato con “Stien…”. Suggestiva la title track, ipnotica “Du i Min Drøm”, inquietante “Kunsten av Liv”. Tra il folk ed il neo folk. Tra il tradizionale e l’atmosferico moderno. Un convergenza di musica con una storia radicata e musica che sta tracciando il suo percorso; dimensioni rustiche che escono dai prati verdi e dai boschi oscuri per generare una luminosità sonora drammatica, ricca di sentimenti profondi, introspettivi, così intimi da dover essere condivisi, diffusi, resi pubblici. Una modernità compositiva che rifiuta di legarsi a qualsivoglia moda musicale basata sulle tradizioni nordiche: Fedrespor descrive oggi le tradizioni e la natura di ieri, di oggi e, molto probabilmente, anche di domani.
(Luca Zakk) Voto: 9/10