(Scarlet Records) I Fellowship sono inglesi e incidono il debut album con l’italiana Scarlet Records. Un lavoro che risulta garbato nella produzione, con i suoni ben calibrati e dove il mixaggio mette in riga ogni elemento dell’album senza scompensi e dando una forma di ordine e pulizia al tutto. La musica è fortemente derivativa, se la stessa etichetta cita una vicinanza degli inglesi a band come Rhapsody e Twilight Force, non può essere difficile notare come certi ritornelli siano inclini agli ultimi Freedom Call, nonché un gruppetto di cavalcate decisamente Helloween. Il batterista Callum Tuffen lavora in maniera standard e contribuisce poco all’arrangiamento dei pezzi, rigando diritto senza eccessi negli stacchi e neppure alternando contrappunti che possano aggiungere un qualcosa al fluire melodico. Le melodie sono rinforzate da sintetizzatori di tipo orchestrale e danno un contributo al polarizzare verso l’epicità le melodie portanti dell’album. “The Saberlight Chronicles” non è un brutto lavoro, però c’è l’impressione che ognuno dei musicisti si sia calato nella sua parte rispettando un compitino affinché tutto suonasse a modo. Salvo per qualche episodio, come “Scars And Shrapnel Wounds”. Se il power metal avesse bisogno di contributi nuovi, di certo non arriveranno dai Fellowship. I figli di Albione usano canovacci ben noti e le stesse canzoni appaiono, nella maggior parte dei casi anche simili, però il carico melodico è gradevole, epico, energico anche in certi momenti. Per tanto “The Saberlight Chronicles” risulterà ‘comodo’ agli appassionati del power metal di natura melodica. Quando gli shemi non sono abituali la band si discosta persino dal concetto di power metal. In fin dei conti considerando che è un debut album, il lavoro fatto in studio dai Fellowship ha portato a qualcosa di non banale. Infine va lodato il lavoro alle chitarre sia per i fraseggi, polifonie che assoli di Sam Browne e Brad Wosko. Alla voce c’è Matthew Corry, ugola pulita, che non esagera nell’elevare sistematicamente i toni, anzi il suo cantare a ‘riposo’ è piacevole.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10