(Prophecy Productions / Lupus Lounge) Sempre incredibili, sempre sorprendenti, sempre imprevedibili gli inglesi Fen. Il secondo album con la Prophecy (la quale li ha ‘rubati’ all’italiana Code666), il loro pregiato settimo sigillo: riff pungenti, divagazioni tecniche, richiami a black classico, linee vocali strazianti ed un generale senso di profonda malinconia, sferzata dall’energetico colore rosso, il quale domina la suggestiva copertina, il colore del sangue, della forza, dell’ira. C’è molta rabbia, infatti, in questo nuovo lavoro, una rabbia alimentata dalla consapevolezza di quella decadenza autodistruttiva tipica della nostra specie, sempre piena di frivola opulenza e sferzata dall’ignoranza: questa rabbia intensifica i suoni, apporta più black metal… anche se non mancano quelle impostazioni atmosferiche sublimi che brani quali “To Silence and Abyss We Reach” riescono ad esprimere con maestosità. “Truth Is Futility” è molto ‘Fen’, un capolavoro di musicalità, ricco di dettagli prog, con linee di basso semplicemente irresistibili. Tuonante la lunga title track, a modo suo brillante la tumultuosa “Wracked”, mentre la conclusiva “All is Lost” rappresenta una favolosa poetica disperazione. Un disco monumentale che con i suoi quasi settanta minuti suddivisi in otto brani, non suggerisce certamente ad un ascolto facile. “Monuments to Absence” va gustato, va analizzato, va capito, va scoperto… pezzo dopo pezzo, dettaglio dopo dettaglio, mistero dopo mistero… richiedendo una devozione d’ascolto importante, preferibilmente in cuffia. Tuttavia, la sua genialità permette anche di riempire l’etere sempre e comunque, anche con una riproduzione di fondo, di sottofondo, impegnati in qualsivoglia attività quotidiana: questo tipo di ascolto provoca, stimola e crea attrattiva… senza far capire (quasi) nulla, senza lasciare veramente un segno che non sia un palese invito a quella già citata devozione, a quel totale abbandono. Un album infinitamente esigente, ma capace di ripagare in maniera totale.
(Luca Zakk) Voto: 9/10