(autoproduzione) Si sono presentati come un glam metal band, nell’occasione della pubblicazione del loro secondo album che con il titolo riprende quello di uno celebre dei Led Zeppelin, comunque senza alcuna apparente attinenza con la storica band inglese. Sostanzialmente dediti a un hard rock che effettivamente guarda al glam, ma non solo, in quanto “In Through the Out Door” offre impennate street rock e addirittura punk, con “Year of the Ferret”. Superando ogni tipo di analisi di stile, i FerreTT risultano bravi a suonare le canzoni, a scriverle e interpretarle. Insomma, buoni pezzi e con qualcuno che si pianta nel cervello e nel cuore di chi li ascolta. Rievocano in alcuni passaggi le glorie dei Ratt e dei WASP, tuttavia i FerreTT riescono in ogni colpo e con uno spirito proprio. “In Through the Out Door” offre momenti veloci e ringhianti come “Jobber” ad esempio, e altri tenui e melodici, in particolare la title track, oltre a un’ossatura oscillante tra l’hard rock e l’heavy. Bravo The King of the Night Time World – non sono sobri, non sono formali e la loro immagine è piuttosto “bizzarra” – alla voce. Ugola roca e acuta al contempo, ma The King riesce a essere dinamico nel suo interpretare i pezzi e si mette in mostra in più occasioni. Nel 2013 il primo album, ora questo che tra i passaggi della produzione vede missaggio e masterizzazione di Fredrik Nordström, produttore per At The Gates, Dimmu Borgir, Soilwork e giusto per citarne tre. Con suoni possenti e chiari, i FerretTT presentano un album accattivante e perfettamente inquadrato in un sound che scarica adrenalina e melodie senza un attimo di sosta. QUI c’è la prova.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10