(Epictural Productions) Dopo un paio di anni Raido, polistrumentista e cantante nonché membro di Karne, Malevolentia e altri, pubblica un nuovo e terzo album (tutti reperibili QUI) come Ferriterium. Più estremo forse del precedente “Le Dernier Livre” (QUI), “Calvaire” è una saetta venata da melodie laceranti, gloriose e malinconiche. Solo quattro pezzi, dei quali però la sola “La Proie du Cloître”, cioè ‘la preda del chiostro’, è al di sotto dei dieci minuti di durata. Dunque la velocità è la parola d’ordine nel black metal dei Ferriterium, decisa dalle evoluzioni delle chitarre di Raido, quanto dal tempestoso e polverizzante drumming di Julien Helwin degli Iron Flesh, già presente alle pelli nel precedente album. Al basso c’è Lethal (anche lui Karne, Malevolentia e altri). Il lungo minutaggio dei pezzi permette spazio anche a fasi meno convulse che rompono il flusso impetuoso del black metal vorticante. L’andatura delle composizioni creano comunque delle atmosfere, le quali raggiungono un certo climax nelle battute iniziali e non da meno nel prosieguo dell’ultima composizione, “L’Apogée du Martyr”, chiaramente ‘l’apogeo del martire’. Tra i quattro pezzi risulta probabilmente il più brillante. Raido questa volta è riuscito a infondere nel proprio black metal un senso primitivo al proprio sound, cioè un tono vagamente old school tuttavia con un approccio più o meno contemporaneo. “Calvaire” ha un impianto lirico carico di immagini e scenari maledetti, riconducibili al contesto biblico e al dramma del Cristo: inquadrato come un uomo anziché un dio e per tanto circondato da attori, fatti e luoghi avversi al bene.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10