(W.T.C.Productions) Trapela una intensa oscurità dal secondo lavoro dei blacksters italiani Fides Inversa. Le sette tracce, orientate ad un concept ispirato al fascino fascino della morte unito al terrore mistico che essa rappresenta, non lasciano scampo, non danno respiro. I momenti più violenti -come il secondo capitolo “II”- sono apocalittici, privi di luce, supportati da un drumming tecnico e forsennato, mentre le parentesi più riflessive, più lente, più tetre -come l’ottima quinta traccia “V”- danno origine ad una sofferenza ed una inquietudine devastanti. Arrangiamenti ricercati, portano sempre lontano dal semplice concetto di canzone e tendono piuttosto a creare un percorso, un sentiero oscuro lungo il quale l’ascoltatore è invitato ad avanzare senza sosta, verso l’ignoto, verso ciò che noi miseri umani temiamo maggiormente in quanto lontano dalla nostra limitata comprensione. Avvolgente la lunghissima “IV” mentre la conclusiva “VII” regala oltre undici minuti di brutalità con una ricerca tecnica lontana dal normale black metal che comunque riesce a risultare efficace e provocante. Non è un lavoro facile. Non è assolutamente immediato. Serve tempo per orientarsi nei meandri di “Mysterium Tremendum et Fascinans”. Molto tempo. Forse un tempo pari all’eternità che appartiene all’oggetto stesso dell’opera: la morte.
(Luca Zakk) Voto: 7/10