(W.T.C.Productions) Dopo il valido full length ormai vecchio di tre anni (recensione qui), tornano gli italiani Fides Inversa con un EP dal titolo perfettamente in linea con le malvagie intenzioni, le oscene linee guida, l’esplicito moniker stesso. Il rituale dell’incarnazione inversa si affida a due lunghi brani (quasi dieci minuti ciascuno) nei quali il paesaggio sonoro descritto non ha confini, non ha regole, non teme confronti e non si tira indietro davanti ad alcuna sfida. A differenza del precedente “Mysterium Tremendum et Fascinans”, questo “Rite Of Inverse Incarnation” è immediato, crudele e spudoratamente diretto; certamente non c’è nulla di ovvio, semplice o scontato -non sarebbero i Fides Inversa- ma i due brani, nonostante la lunghezza e le divagazioni stilistiche contenute, sono attraenti, catchy, magnetici e assieme regalano venti minuti di black metal rituale assoluto, pesante e devastante. “First Congress” apre con sonorità esotiche, impreviste… per poi abbandonarsi immediatamente ad una impostazione trionfale e decadente, con un remoto richiamo depressive grazie a quei lamenti strazianti. Le linee vocali poi evolvono con una coinvolgente doppia voce (scream e spoken) la quale troneggia su un riff marziale, lento, tagliente. La mazzata arriva all’improvviso: tutto diventa frenetico, veloce, pestato dando vita ad un black pregiato, grezzo, spietato. Alternanze tra blast e mid accompagnano verso un rituale arcano e misterioso prima del riff spacca ossa finale. Premesse superbe per le quali la title track non delude minimante: doppia voce e massacro prima, mid tempo trita ossa poi … sembra quasi che i Fides Inversa amino torturare con raffinatee crudeli tecniche antiche: massacro sanguinoso, poi il tempo per riprendersi … prima del seguente massacro; poi si ricomincia, con la vittima che non muore subito, con la vittima che soffre mostruosamente molto a lungo. Void AD e Omega AD, questa volta, non sono soli: durante l’unico giorno impiegato per le registrazioni (avvenute in Germania), erano presenti lo svedese Wraath al microfono (ex Celestial Bloodshed) e Unhold (Absurd, Luror) al basso. Un duo che diventa improvvisamente una band a tutti gli effetti, una band che altrettanto improvvisamente inietta sul mercato due brani devastanti, feroci, furiosi, atmosferici e semplicemente infernali. Se questa è la direzione futura, dai Fides Inversa ci si possono aspettare grandi cose: un’ulteriore prova di fedeltà al nome dalla band e al titolo scelto!
(Luca Zakk) Voto: 8/10