(Memorial Records) Lombardi e nati qualche anno fa con l’intento di dedicarsi al crossover, poi il comporre dei Filth In My Garage ha preso strade inattese. Più che il crossover è stato il post hardcore e forse anche qualche tratto del mathcore a prendere vita nei loro pezzi. La consistenza di questa band è data da un sound fatto di metallo che vibra, risuonando ai colpi dell’età moderna dove la società è alla fine di tutto. “12.21.12” è un prodotto dei nostri tempi e delle difficoltà che viviamo. Da dove arriva tutto questo? Cosa ci sta accadendo? Dove andremo a finire. Le risposte le hanno proprio loro. La prima canzone è “Future”, in cui tutto sembra elaborato e psicotico e poi l’hardcore più funambolico salta fuori. Il riffing è una frammentazione continua e una sovrapposizione ancora più irrequieta. Sono 10′ di passaggi duri, tristi o ribelli. Un testo a tratti oscuro, ma capace di spiegare che qualcosa corrode la mente, la punge e la tortura di continuo. “Past” arriva dopo lo struggente calare e psichedelic/noise della fase finale di “Future”. La musica è una sincope convulsiva, ovvero neuroni che all’improvviso vengono sparati via senza motivo. E’ il caos e la durezza, ma anche l’impeto di passaggi più musicali e accorati. Insomma, la melodia non è trascurata. “Present” saluta la fine di questa apocalisse. Il sound in questo brano diventa più narrante, l’apertura stessa presenta un discorso fulminante: “Disinformation causes frustration into the absent mind and cover the scars”. Terribile, ma è così! Non vengono meno i passaggi più duri e spigolosi, ma le trame melodiche si elevano con un’ampiezza maggiore rispetto alle due composizioni precedenti. Solo tre pezzi e oltre 20′ di musica serrata e che scuote. Testi acuti e per quanto siano metaforici potremmo trasporli al nostro presente che forse è anche quello dei Filth In My Garage; loro lo descrivono attraverso questo EP.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10