(Red Cat Rec.) Spesso si dice o si scrive che si dovrebbe dare spazio ai giovani, al nuovo entusiasmo e senza fossilizzarsi sui ‘dinosauri’ della musica, cioè quei musicisti che ormai hanno già dato. Poi ecco che i giovani suonano proprio come quei dinosauri o altri ‘vecchi giovani’ che si rifanno ai dinosauri. Al di là di queste considerazioni certamente personali, la risposta è ‘belle’ alla domanda su come siano queste nuove canzoni dei Finister. Un falso ben riuscito di Muse e Radiohead che, anche loro, imitano i dinosauri. Il cane che si morde la coda ma non in maniera goffa. Tre anni dall’album “Suburbs of Mind”, ben accolto dai più, svaniscono in “Please, Take Your Time.” che vede quattro canzoni su otto prodotte e missate da Howie B (U2, altro riferimento rintracciabile nell’album, Tricky ecc.). Perché solo quattro? Non ha importanza… Anche loro però contribuiscono a rendere l’album più elegante del precedente. Si noti la grazia nel pop di “I Know That I Can Be With You”, oppure la leggerezza e atmosfere soavi in “Vapor” e in “A Free Bug”. Un lavoro placido, scorrevole, spersonalizzato dal rock, nettamente pop. I toscani si lanciano in atmosfere fumose, ipnotiche, roba da luci basse, da mente sconnessa. Un capogiro perenne in queste canzoni che vorticano su se stesse, come nel caso di “Pan Tribal”. Tuttavia canzone dopo canzone il ritmo si abbassa, le atmosfere passano a stati di urban music e un drum ‘n’ bass sognante, con la netta sensazione di vivere un’allucinazione o una depressione post party. Un album che scolla l’anima dal corpo, che porta leggerezza, qualche momento di melodia e molta atmosfera dove rifugiarsi.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10