(Music for the Masses) Che grandissima lezione di storia! Tutti seduti, tutti attenti! Parliamo dei veri, Firehouse! No, non la band americana, quella della mega hit “All She Wrote”! Questi Firehouse sono gli altri , sono quelli italiani! Mai sentiti? Tipico del nostro paese, purtroppo… ma questi debuttarono quando quegli americani non si erano nemmeno formati! Per fortuna la Music for the Masses tappa questa falla, pubblicando in una edizione rimasterizzata gli unici due album (“Firehouse” del 1988 e “Labyrinth” del 1994) di questa favolosa band della penisola! Hard rock di pregiata fattura. AOR forse. Energia fuori controllo. Tecnica e raffinatezza. Roba che nella seconda metà degli anni ’80 avrebbe potuto andare a braccetto con i grandi dell’epoca, con i vari Mötley Crüe, Bon Jovi, Ratt, Hanoi Rocks, Def Leppard e compagni. Brani intensi, ricchi di melodia… ma anche accattivanti, pungenti, capaci di sonorità tanto ricercate quando piacevolmente grezze e dirette. Assoli taglienti, licks eccitanti (basta sentire l’apertura di “Calling Your Name” da “Labyrinth” per farsene un’idea), riff poderosi. Un vocalist fantastico ed un groove sempre presente, costante, travolgente. Se “Firehouse” è più hard rock, più heavy… ecco che il secondo disco lascia spazio a molto più virtuosismo (ascoltate la breve “Stonework”!) o ad una intimità suggestiva struggente (come il piano di “A Dream Again”). Due dischi favolosi, imperdibili. Da avere. Da ascoltare. Da consumare. Remaster e reissue. Il primo disco che appare in CD per la prima volta. La rivelazione di musica di altissimo livello, nascosta nell’ombra forse per la solita ragione, ovvero il fatto che emersero nel momento giusto ma nel posto più sbagliato che ci sia! I due album originali sono fuori stampa da secoli, totalmente introvabili ed esistenti solo in ambito collezionistico (con conseguenti prezzi esagerati): ma questa nuova edizione ci salva, ci fa rendere conto di quale band ci siamo persi. E ci offre una stupenda lezione di storia!
(Luca Zakk) Voto: 10/10