(Massacre Records) Nonostante non siano affatto dei giovinetti, i Fireleaf esordiscono solo oggi con questo “Behind the Mask”: power metal germanico che più germanico non si può, pieno, nel bene e nel male, di tutti i cliché del genere. Si tratta peraltro di un concept che ruota attorno ai pensieri di un folle (nel mio promo, come ormai quasi sempre, mancano però i testi). Energica e stentorea “Bloody Tears”: Bastian Rose ha un bel timbro e una bella estensione. “Faceless” ricorda davvero molto da vicino i Mystic Prophecy (ma forse questo appunto potrebbe valere per tutto l’album…), mentre non è ben bilanciata “Forgiven”, troppo tirata per essere una ballad. Una sezione ritmica terremotante per “Death Throes”, mentre “Isolation” alterna chitarre taglienti e un’altra linea melodica cristallina. Il miglior brano della scaletta è certamente “King of Madness”, dal ritornello semplice quanto ipnotico ed efficace; nonostante qualche momento incalzante e a suo modo originale, nel tentativo di creare qualche dissonanza ubriacante, non convince al 100% la conclusiva “Behind the Mask”, di quasi nove minuti. Un disco discreto, ma che probabilmente non uscirà dal circolo dei collezionisti.
(René Urkus) Voto: 6,5/10