(Buil2Kill Records/Audioglobe) Dopo ben dodici anni di attività, tra gli inizi come cover band e la successiva evoluzione stilistica, giungono al debutto discografico gli italiani Five Minutes Hate, e lo fanno con molta cura dell’immagine, con una percepibile grande dose di passione. Infatti, già a partire dal bellissimo digipak, con booklet formato poster, il quale mette in evidenza la criptica e coinvolgente copertina, si nota che il quintetto ha voluto coronare questo meritato sogno, proponendo una edizione molto attraente. Dieci tracce, dieci furiose canzoni dove troneggia un cantante estremo, a cavallo tra il death furioso ed il metalcore più tagliente. Ritmiche forsennate, intense, con drumming curato e chitarre veramente valide, tanto che in qualsiasi momento, anche nei passaggi più contorti o tirati, c’è sempre una soluzione melodica ricercata, licks di chitarra iper veloci che a volte prendono d’assalto l’ascoltatore con un materializzarsi improvviso, fugace, intenso e ricchissimo di tecnica. Apre “Change Your Life” e subito sorprende per le costanti variazioni ritmiche, la devastante furia del singer e quei fraseggi di chitarra che appaiono un po’ ovunque ma semore al momento giusto. Aumenta sia il livello melodico che quello brutale con “Past, This Stranger”, mentre risulta magnetico il main riff di “After The Storm”. Trionfale “Bad Memory”, ispirata e sorprendente -specie per le sezioni arpeggiate- “Cem Anahuac”. Priva di pietà e orientata verso un death molto più cupo ed estremo la potentissima “Bowels Of Eerna Damnation”, altra traccia dove la componente melodica è superlativa, esattamente come la seguente “Damantio Memoriae”, nella quale la prova tecnica è veramente notevole. Ci hanno messo una vita, hanno fatto una gavetta live intensa (suonando anche con nomi noti Italiani) ma ce l’hanno fatta, sono arrivati. “Explanation to Failure” è un disco con una scelta stilistica precisa (non è strettamente death, non arriva al black, ma non è nemmeno il death svedese dichiarato) e forse questo è proprio il punto di forza: richiede apertura mentale ma non cade mai nel già sentito troppo scontato, anche grazie alla consistente dose di tecnica; per chi ama una gamma di sonorità estreme ma diverse, unite con precisione e dedizione, il feedback in termini di potenza ed emozione è assolutamente garantito.
(Luca Zakk) Voto: 8/10