(Dark Essence Records) Forse “Through Aureate Void” è un atto meno audace rispetto al debut album “Over Phlegethon” (QUI recensito). I britannici restano comunque dei soggetti estrosi, magici e sperimentatori. Fino ad oggi due album e tre EP incisi hanno dimostrato al mondo quanto siano abili tessitori di trame attraverso la materia della psichedelia fusa con irruenze sia metal che rock. Anche questa volta i Five The Hierophant restano padroni del loro percorrere, del loro sviluppare suoni per tinteggiare atmosfere, dimensioni. Cinque composizioni e quasi cinquantaquattro minuti, volti a percorrere il cosmo, l’animo umano, il paradiso, l’inferno e ogni regno possibile, esistente quanto immaginato. Un luogo comunque raggiungibile per questo gruppo musicale che utilizza chitarre, batteria, basso, violino, fiati, percussioni e altro ancora. “Leaf in the Current” è un magma irruento, mentre “Fire from Frozen Cloud” ha un incipit sommesso che va in un crescendo incanalato poi in questi vortici di ritmi, riff monolitici, sassofono e altalene emotive. Se “Berceuse” ha quella languida e sinistra atmosfera spesso respirata in precedenti composizioni della band, la successiva che risponde al titolo di “Pale Flare Over Marshes” è un capolavoro. Una ponderata alternanza tra momenti oscuri e maestosamente doom, tra frammenti stranianti, magici e impennate monolitiche distorte. La chiude “The Hierophant II” questa cavalcata in una maniera afona, un pezzo po’ free-jazz e un po’ dimesso ma sempre fatto di materia superiore e da maneggiare con sapienza.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10