(Blood Blast) Quarto album per Flaming Wrekage, formazione australiana dedita ad una commistione tra death melodico e thrash metal, con alcuni passaggi più moderni e groove. Le composizioni sono intense, violente e brutali e, prese singolarmente, sono in grado di dare una bella botta di adrenalina, la quale però si esaurisce o perlomeno di disperde sulla lunga distanza. La voce di Dave Lupton infatti, se inizialmente appare bella rabbiosa ed incisiva, dopo un paio di brani comincia un po’ a stancare, suonando sempre uguale, appiattendo sensibilmente i pezzi, e ciò è un peccato, perché dal punto di vista strumentale questa band spacca davvero. L’opener “Witch Hunt” è violentissima, thrash ad alto voltaggio dalla ritmica travolgente e dal cantato isterico, in questo caso adatto alla struttura del brano. “Nightmare Architect” è slayeriana fino al midollo, con un lavoro impressionante di batteria del prodigioso Matt Thornton, “Hell On Earth” ricorda molto i Machine Head di “The Blackening”, coniugando furia thrash, grandi melodie e groove schiaccia sassi, mentre “Blood And Bone” mette in risalto il lato più melodeath e progressivo degli australiani, con grandi intrecci di chitarra ed intrecci per nulla banali. Ottima l’idea di inserire chitarre acustiche nel finale della conclusiva “Our Own Blood”, quasi a portare la quiete dopo la tempesta di riff e mazzate sonore. Un album davvero spettacolare dal punto di vista strumentale, mentre, come detto non mi hanno impressionato le linee vocali, non perché non siano sufficientemente incisive o inadatte, ma perché mancano di varietà.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10