(Nuclear Blast) Nel panorama del metal estremo attuale, o come preferisco definirlo “di ultima generazione”, ci sono gruppi che hanno accresciuto enormemente l’evoluzione di questo genere; vuoi per gli enormi progressi tecnologici, che consentono di avere dei suoni veramente letali, vuoi per il livello tecnico di queste nuove masse di musicisti. I nomi da citare sono tanti: Hour of Penance, Ritual of Rebirth, Hate ed in questo caso i Fleshgod Apocalypse, tra i pochi nomi italiani ad avere il privilegio di essere sotto contratto con la tedesca Nuclear Blast. Il loro nuovo album “Labyrinth” è un concentrato di furia e velocità impressionanti, con brani veramente incisivi e ricchi di epicità, ottenuta mediante un uso delle orchestrazioni sinfoniche decisamente sopraffino. Vi basterà pigiare il tasto play per essere investiti da una vera scarica di puro death metal con influenze classiche, ricco di parti serratissime e quasi cervellotiche alternate a stacchi ariosi ed aperti dove gli archi stendono tutta la loro magnificenza e la voce di un soprano ci avvolge con il suo calore ed il suo pathos, anzi, certi spunti classici potrebbero quasi far gola ai grandi nomi del metal sinfonico estremo come Dimmu Borgir o Cradle of Filth. Il songwriting, seppur abbastanza compatto e sempre sospinto oltre i limiti, oltre ad essere dinamico è ricco di passaggi e cambi di tempo, anche se sono i trentaduesimi a farla da padrone. Le parti di chitarra invece sono eseguite con perizia assolute: taglienti come rasoi nelle parti serrate e delicate e leggere negli assoli e nei fraseggi. “Labyrinth” si presenta come un disco appetibile ai fans dell’estremo d’ogni tipo, magari catturerà anche qualche nuovo adepto; fatto sta che i Fleshgod Apocalypse non hanno nulla da invidiare ai nomi esteri.
(Michele Alluigi) Voto: 8/10