(AFM Records) Ritorno in grande stile per i Flotsam & Jetsam, una delle band più ingiustamente sottovalutate della storia del thrash e del metal in genere. La loro fama è infatti dovuta alla militanza tra le fila della band di un tale Jason Newsted, abile bassista che ha avuto l’onore e l’onere di subentrare al deceduto Cliff Burton alla corte dei Metallica. Eppure, dopo Jason, i Flotsam hanno proseguito la loro carriera, inanellando dischi legati alla tradizione thrash, ma anche spinti da una creatività che andava oltre i generi. D’altronde, con una voce versatile come quella di Erik A.K., così distante dall’irruenza punk tipica del thrash ed adatta a qualsiasi genere, dal power al prog, pur sapendo essere graffiante, le opzioni per espandere il sound sono sempre state molteplici. Forse proprio la voce è allo stesso tempo il pregio ed il difetto principale: per i thrashers più oltranzisti essa è fin troppo melodica, mentre quelli che apprezzano le melodie troveranno la voce di Erik fuori contesto quando messa in mezzo a tanta aggressività. Fatto sta che lo stile dei Flotsam & Jetsam è riconoscibile tra migliaia di band e merita il rispetto dovuto. Rispetto che deve crescere dopo l’ascolto di “Blood In The Water”, probabilmente l’album più cazzuto ed ispirato degli ultimi trent’anni. La rabbia accumulata nell’ultimo periodo a causa della pandemia trova sbocco in questo disco, che alterna sfuriate thrash a parti comunque spedite ma vicine al power (“Dragon” ne è un esempio). La formazione statunitense sembra avere aggiustato definitivamente il tiro, arrivando al giusto compromesso tra classe ed immediatezza e confezionando l’album più devastante dai tempi di “No Place For Disgrace”. Speriamo solo che l’audience possa essere meno ottusa rispetto al passato e che possa essere in grado di tributare alla band tutto il rispetto che merita.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10