(Eisenwald) Certe cose vengono sepolte dal tempo, ma in alcuni casi vale la pena disotterrare, riesumare. È quanto fatto dalla Eisenwald con il debutto degli olandesi Fluisteraars uscito agli inizi del 2014, regalandogli una nuova vita, una vita più ampia, comprensiva della una diffusione su normale CD oltre all’estremamente limitata tiratura delle copie originali esistenti solo su vinile e cassetta. Tre tracce, tutte lunghissime (dagli otto ai sedici minuti) ricche di melodia, ricche di oscurità, di tecnica, di misticismo, di depressione. “De Doornen” apre grintosa, catchy, travolgente per poi arrivare ad essere quasi atmosferica, interludio ad uno sviluppo depressive con un hit hat intenso. Ma è solo una parte, visto che i sedici minuti offrono evoluzioni, deviazioni, idee, suggerimenti… sempre lavorando con forza attorno ad un tema centrale, rimanendo però saldamente lontano dalle ripetizioni o dalla noia. Il finale trionfale, poi, conclude con supremazia una canzone superba. Più decadente “Kuddedier”, più lenta, più depressiva ma anche stranamente post. La conclusiva “Wortels van angst” è la più corta ma anche la più atmosferica, la più elaborata a livello melodico e di arrangiamenti ricercati e suggestivi. Una visione complessa di concetti oscuri, emotivi, suggestivi. Un album che meritava molto nel 2014, che merita molto oggi… e per l’impostazione globale meriterà molto anche in futuro.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10