(Eisenwald) Non un vero album, nemmeno un EP… uno sfogo creativo che esplode con veemenza a poco più di un anno dall’ultimo favoloso “Bloem” (recensione qui). Il duo olandese, ancora con l’energia dell’album, è tornato in studio per un seguito, un ulteriore iconico capitolo, il quale tuttavia nasce da un’esplosione sensoriale impulsiva la quale non contempla una complessa lavorazione in studio, con ogni strumento registrato in presa diretta, al primo tentativo, un solo take, un brano al giorno per tre giorni di apocalisse sonora che si erge su un minimalismo spontaneo, contro ogni routine tecnica prevista per la registrazione del materiale sonoro odierno. La opener “Het Overvleugelen Der Meute” (‘Aggirando la folla’, ndr) sferza l’etere con la tipica violenza della band, prima di un crescendo verso quei paesaggi tanto atmosferici quanto brulli, un regno di melodia, di mid tempo, di linee di basso carnali, in una alternanza di violenza e visione introspettiva che cavalca verso un finale di matrice noise-tribale. C’è un’aura epica nelle radici di “Brand Woedt In Mijn Graf” (‘Il fuoco infuria nella mia tomba’, ndr), pezzo incentrato su una melodia di fondo irresistibile, provocante e trionfale. La conclusiva “Verscheuring In De Schemering” (‘Tormento al crepuscolo’, ndr) è un’altra rivelazione, un vero cambio di direzione per i Fluisteraars: prima di tutto una durata consistente, oltre i venti minuti, il pezzo più lungo della loro carriera la quale ha comunque visto brani superare abbondantemente il quarto d’ora; ma non si tratta di un brano ‘normale’, in quanto i riff furibondi e le divagazioni atmosferiche -marchi di fabbrica della band di Bennekom- diventano qui a tratti ossessivi, facendosi poi alternare da aperture nuovamente noise, con improvvisazioni appartenenti a frange oscure del teatro alternativo e avant-garde. Musica vera. Nessuna sovraincisione, nessun synth, nessun lavoro di rifinitura. Musica che grida forte, facendosi portavoce di stati d’animo usurpati, di pensieri tetri, di spiriti creativi che improvvisamente fuggono dalla cattività correndo attraverso infinte lande desolate. Musica che esce da un animo oscuro. Con impeto, con furia. Con destabilizzante sincerità.

(Luca Zakk) Voto: 10/10