(Taxi Gauche Records) Un quintetto che gioca a suonare in maniera molto pesante e confondendo qualche proprio tratto con la psichedelia e il krautrock. I Foomies sanno essere dunque acidi e fragorosi, pesanti e soprattutto di sovente sopra le righe, inondando l’ascoltatore di suoni imponenti, graffianti ed elettrici. I loro pezzi sono pesanti e granitici, aprono a scenari fragorosi, fatti con hard rock o sludge, oppure si rintanano appunto tra la psichedelia e ipnosi in stile doom. Il drumming batte forte, colpendo con ponderata forza. Le voci sono perdute in litanie opache e spaesate, fatte di un registro tutto loro che ricalca le eccentricità di alcuni generi sopraelencati. Il mutare pelle, cambiare passo, accelerare o passare da fasi colorate e vispe o a momenti di decadenza, è una velleità semi-prog. “Colossus”, composizione divisa in tre parti, è una concatenazione di cose che affascina per l’ardita capacità di fondere e infondere stili nello stesso canovaccio musicale. Pian piano i suoni diventano più affilati, decisi, oppure volteggiano tra atmosfere sognanti o improvvisate. “Liminality” con tutta questa diversità di cose non sembra mai finire, come un giro verso spazi, luoghi che la musica dei Fomies rende vicini tra loro. All’ascoltatore il compito di assorbire questa logica ben precisa ma con un senso tutto suo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10