(Fighter Records) Se l’ottimo EP “Sinner Sanctorum” parlava la lingua dell’horror metal, questo “Descent of the Serpent”, secondo disco degli inglesi Forged in Black, rinforza il sound con elementi presi da tutto lo spettro dell’heavy classico! Questo disco esemplare inizia con il power sferragliante e ruvido di “Seek no Evil”, brano helstariano e ossessivo assai indovinato come opener. Cupa e spigolosa “One in the Chamber”, ma fa ancora di meglio “Shadowcasters”, che crea una opprimente ragnatela doomeggiante. La titletrack procede sugli stessi binari, us power metal con plumbee divagazioni strumentali; un minimo di melodia la abbiamo soltanto in “One last Sign”, brano a dire il vero un po’ disomogeneo e dispersivo. Siamo apertamente in territori doom con “Palm of Silver” (in apertura c’è addirittura un organo); dopo l’ossessiva “Vendetta”, ci godiamo la chiusa “When Hell is done”, dove le aperture acustiche ci danno un po’ di respiro. Un monolite che sacrifica la fruibilità immediata ad una potenza frastornante; non sparo altissimo con il voto proprio perché le scelte della band sacrificano qualcosa, ma posso dire di aver apprezzato molto “Descent of the Serpent”.
(René Urkus) Voto: 7,5/10