(Long Branch Records) Allora… cosa abbiamo qui? Un quintetto di svedesi agguerriti e iracondi, cattivi come non mai ma capaci pure di dimostrare il loro lato più tranquillo grazie a parti melodiche che vanno ad incastrarsi in strutture tipicamente death, in cui riff chirurgici intrecciano melodie orecchiabili che ti si stampano abbastanza in fretta in testa. La voce, a mio avviso, è davvero un esempio da non seguire se si vuole cantare in growl, davvero troppo profonda, tanto che a stento si capiscono le parole. Ma il problema non è tanto questo… il fatto è che il secondo disco di questi svedesi non è davvero un brutto lavoro, ma sente la responsabilità e l’eredità di tutta la parte storica del death di casa loro, con gruppi come Dark Tranquillity e In Flames. Gruppi che, il genere, l’hanno inventato, genere che probabilmente non raggiungerà mai nuovamente quei livelli che ha toccato a cavallo dei due secoli. Portarsi sulle spalle una eredità di tale risma non è facile, anzi… ma questo quintetto, va riconosciuto, non si è fatto intimorire dalla sfida e ha accettato un ruolo che a molti risulterebbe oltremodo scomodo. E il coraggio, a mio avviso, va sempre premiato…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10