(Logic(Il)Logic Records) Tornano a distanza di un anno dal buon debutto “Borderline” i Padovani Forklift Elevator, con un lavoro che si discosta parzialmente dall’album precedente. Va innanzitutto detto che il gruppo ha rivoluzionato la propria line up: il cantante Enrico M. Martin non fa più parte della band, sostituito dietro il microfono dall’ex chitarrista Stefano Segato, il quale ha ceduto il posto alla sei corde alla new entry Uros Obradovic. Con questa nuova formazione, i Forklift Elevator hanno trovato nuova linfa, dando vita a sei brani compatti, diretti e decisamente più massicci e godibili rispetto al debut album. Lo stile è più o meno lo stesso, solo che le nuove composizioni risultano decisamente ispirate, fresche e potenti. Le influenze nu metal sono state in parte accantonate, favorendo un approccio più thrashy, che prende il sopravvento soprattutto nel brano “I Executor”, aperta da un oscuro arpeggio, seguito da una parte doom distorta, che precede l’accelerazione su cui si staglia la voce aggressiva e tagliente di Stefano, che non fa rimpiangere affatto il precedente singer. In “Black Hole” affiorano echi grunge, soprattutto per via dell’impostazione vocale, che ricorda in maniera impressionante quella di Layne Staley, mentre le chitarre tessono ritmiche rocciose e potentissime. “Deception” e “Hidden Side” sprigionano un groove assassino, degno dei migliori Pantera. Una prova di forza, per una band che ha saputo reagire alle ultime vicissitudini, pubblicando un lavoro che non esito a definire esaltante!
(Matteo Piotto) Voto: 9/10