copfourthc(darkTunes) “Elements”, i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco. È questo il tema del nuovo album dei francesi Fourth Circle, contornato da un poderoso symphonic metal architettato piuttosto bene, attraverso una ottima produzione, pulita e più di tutto con un esecuzione regolare, andante. Audrey Adornato poi è voce esemplare. L’album è gradevole, anche se le vette non sono mai totalmente elevate. Non è un brutto disco questo “Elements”, ma vi mancherebbe qualche brano da presa immediata, quello che abbraccia l’ascoltatore per sollevarlo nelle sfere del trasporto. Il sound dei francesi si aggancia a quello di alcuni grandi (Within Temptation ed Epica ad esempio) eppure la band ha un proprio nocciolo, un nucleo personale che sembra mettersi in mostra senza troppa difficoltà. Si suppone che sia questa forse la vera qualità della band lorena che giunge ormai al secondo album e in una manciata di anni. Si parla del maggio 2011 quando i Fourth Circle decisero di intraprendere la loro avventura musicale. Partono da Hayange, città vicina al Lussemburgo e alla Germania, un estremo luogo di Francia dal quale la band ha saputo con il precedente album “Lifetimes”, uscito nel 2013, farsi notare. La Adornato è una punta di diamante con la sua voce docile ma al contempo potente, una certa maestria anche per il batterista Julien Blanchet, il quale modula i suoi ritmi sia come accompagnamento che come contrappunti e senza mai soccombere alle sortite orchestrali, le quali restano su un piano di ascolto ben bilanciato con il muro delle sei corde di Maxime Bariolo e Eric Reitz. “Beyond Death” presenta forse uno scatto: la canzone è dolce e ricca di pathos con una introduzione elettronica che offre una veste suggestiva. I Fourth Circle non presentano alcuna novità, ma rispecchiano il genere che rappresentano eseguendolo in modo lodevole.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10