(SPV) Il 3 Giugno 2002, 666 settimane fa, usciva “Eternity”, uno dei migliori power metal album di sempre. E lo dico armato di spirito di vendetta contro gli sfigati che, per partito preso, hanno sempre criticato i Freedom Call, accusandoli di essere una formazione di ‘gay metal’. Beh, a me dispiace che la vostra vita sia un oceano di sofferenza e cinismo, ma in fin dei conti sono problemi vostri: oggettivamente, “Eternity” è disco eccezionale, stracolmo di melodie vincenti, che trasmette una carica e una positività che raramente ho trovato nel metal (forse soltanto in qualcosa dei Dragonforce o dei primissimi Helloween). La gioia che emerge da questo disco, mai troppo zuccherosa o artefatta, è davvero qualcosa che ti riconcilia con il mondo: prendete un brano come “Flying High”, che estremizza certe cose degli Helloween, o come “Bleeding Heart”, con il suo ritornello nostalgico ma comunque pregno di speranza. E la carica di “Metal Invasion” dove la mettete? Sono anni che sento questo brano e ancora mi piace cantarne il refrain. “Ages of Power” è uno spettacolo di doppia cassa, mentre la melanconica ballad “Turn back Time” è l’inno perfetto di tutti gli amanti che credono di aver fatto troppi errori. Lascio per ultimi, nella mia disamina, i brani che tutti conoscono: “Warriors” e soprattutto “Land of Light”, assolutamente scatenanti dal vivo, sono noti anche al di fuori della cerchia dei fan per la loro ineguagliabile potenza melodica. E con queste parole credo di aver reso giustizia ad “Eternity”. Il discorso è più complesso per questa ristampa celebrativa, che potrà interessare soltanto chi non ha l’originale (io ho addirittura il doppio vinile!). Del full-“length” cambiano infatti soltanto copertina, titolo (con il riferimento alle 666 settimane di cui si diceva in apertura) e ordine della tracklist; il cd bonus, a parte l’inedita titletrack, che è quasi costruita con ritagli di vecchi pezzi, presenta soltanto canzoni già presenti altrove, segnatamente dal “Live in Hellvetia” (tre tracce), dal vecchio ma sempre magnifico “Live Invasion” (un brano) e dai vari cd bonus delle ultime uscite dei Callers (comprese tre cover eseguite da band ‘amiche’). Quindi, il discorso è molto semplice: se non possedete “Eternity”, questa ricca ristampa in digipack colmerà le vostre lacune; altrimenti, anche se siete collezionisti accaniti, qui c’è pochissimo di nuovo.
(René Urkus) Voto: 9.5/10 al disco, sv. alla ristampa