(SPV) Come possa una band così allegra e positiva come i Freedom Call suscitare tanta riprovazione è un mistero che non mi sono mai spiegato. I tedeschi si attirano regolarmente gli strali, se non la derisione, di una vasta fascia di pubblico metal: eppure mi sembra che, al di là dei gusti personali (che ovviamente non si discutono), vivano la propria musica con professionalità e dedizione. Ho già discusso ampiamente di loro (le ultime volte qui e qui, ma in archivio c’è molto altro) e non mi ripeterò; se il vostro genere è il depressive black metal è ovvio che i Callers saranno per voi come la peste, ma “Master of Light” è un’altra bella bordata di happy power metal, genere peraltro veramente in estinzione e che andrebbe, a prescindere da tutto, preservato. L’inizio è iperclassico: “Metal is for Everyone” riecheggia naturalmente “Metal Invasion”, l’inno happy metal per eccellenza, inserendoci giusto qualche passaggio con chitarre più decise. Convincente “A World beyond”, altro spettacolo di melodie orecchiabili e cori potenti: la parte centrale del brano contiene anche qualche spunto originale, affidato a tastiere non troppo zuccherose e a chitarre che non seguono le solite scale. Atmosfere inusualmente cariche (al livello di quelle di “Blackened Sun”, da “Dimensions”) e buoni passaggi acustici per la titletrack, che però poteva risparmiarsi la scontata citazione da un’altra “Master”, quella dei Metallica. “Kings rise and fall” ricorda molto gli ultimi Stratovarius, “Cradle of Angels” è una trionfale power ballad che recupera lo spirito di “Turn back Time”, canzone che chiudeva l’eccellente “Eternity”. In “Hail the Legend” forse non c’è una nota che non sia già sentita, ma l’insieme si fa godere come sempre; elementare allegria in “Rock the Nation”. Poi come da tradizione la conclusione è affidata al pezzo più gioioso, in questo caso “High up”: non può competere con l’inno “Power & Glory”, ma mette comunque di buonumore. Una analisi di “Master of Light” porta oggettivamente a un risultato positivo: e anche se Chris Bay non ha tenuto fede alla promessa di limitare, nei testi, i vari “Warriors”, “Light”, “Power”, “Glory” e compagnia di maniera, il disco funziona, convince e diverte.
(René Urkus) Voto: 7,5/10