(Argonauta Records) Per una volta mi dedico a sonorità abbastanza lontane da quelle dell’heavy metal classico, e lo faccio con grande piacere: perché il post metal strumentale, spaziale e venato di sludge, dei From Oceans to Autumn scorre via che è un piacere! Fra split, EP e full-length la band, attiva dal 2006, ha già una discografia importante, e i 56 minuti di quest’”Alba perfetta” ci trasportano verso scenari stellari che non sempre sono tranquilli, ma mantengono sempre un’aura ammaliante e avvolgente. “Aurora”, la maestosa opener, starebbe benissimo nei titoli di coda di film come “Oblivion” o “Gravity”, mentre la breve “Eos”, tutta synth vibranti, è l’atterraggio di una astronave su un pianeta sconosciuto. “Halo” ha le suggestioni degli Anathema di “A natural Disaster”, mentre la lunga “Visible Light” è un viaggio di nove minuti, che si apre su note distorte e si chiude su una batteria incalzante, a tratti onnipresente (con l’intenso lavoro sui piatti). “Split Sky” parte disegnando musicalmente un raggio di sole ma poi accelera progressivamente, regalandoci squarci quasi paesaggistici di grande bellezza; altri suoni in libertà, talora vicini a uno space psichedelico, nella conclusiva “Faultless”, che si concede anche qualche controtempo rischioso ma riuscito. Certo, “A perfect Dawn” è un disco che non si può ascoltare in auto andando al lavoro; dovrete dedicargli tempo e attenzione per gustarne le minime sfumature. Il voto non è altissimo perché alla fine della scaletta c’è un minimo di stanchezza con “The Illusion of a moving Sun”, brano decisamente poco dinamico, ma vi assicuro che “A perfect Dawn” vale al 100% la spesa.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10