(Apocalyptic Witchcraft) Questo malinconico e taciturno russo ha composto qualcosa come undici album e altrettanti EP in circa dieci anni di esistenza. Suonando tutto il suonabile e lasciando il lavoro che non sapeva svolgere alla drum machine. Già non è passato il primo trimestre dell’anno ed ecco spuntare immancabile una nuova fatica discografica. Dopo essere passato per il Black, il Drone, l’Ambient e l’elettronica, qui l’artista si assesta su un genere musicale leggermente più canonico e ci propone quattro tracce fatte di un Black atmosferico ed epico allo stesso tempo. La voce fa il suo sporco dovere, mentre le tastiere macinano suoni molto sintetici ma efficaci nel creare una sorta di musica glaciale, ideale compendio sonoro alla terra natale del compositore. Non male come EP, peccato che si senta davvero molto l’artificiosità della batteria, che insieme al sopracitato uso della tastiera va un po’ a snaturare la natura diretta delle composizioni.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10