(Helter Skelter Productions / Regain Records) Domanda: ‘Posso non lasciarmi influenzare nella recensione da una copertina in cui la signora Morte gira in abiti di pelle su di una Triumph in un cimitero desertico tra pipistrelli e ossa?’ Risposta: ‘Ma certo che no!’. Disco numero due per questi argentini che cantano in lingua madre, anche se il CD è uscito ben due anni fa. Diciamo che, come spesso accade, certe pietre preziose son ostiche da scovare… Quindi una succursale della Regain ha ben pensato di distribuire il lavoro come si deve. Ora, immaginatevi una desolata e vetusta strada che sferza il deserto, una piccola stazione di rifornimento nel centro di gravitazione del nulla più desolato, in un caldo torrido da far morire di sete anche il cobra più sobrio, con un garage nel retro. Lì, birra self service a mezzo dollaro, un palco improvvisato e i nostri a suonare un doom acido, in mezzo alla nebbia acre dei sigari accesi, una sorta di improvvisata clinica medica per la siesta dell’anima. Musica sciamanica, tantrica e dinocolata, porta di servizio per altri lidi dimensionali, dove la gamma cromatica alterata confonde e mischia i sensi gli uni con gli altri. Davvero vorreste tirare fuori il vostro logoro portachiavi dalla tasca e dare contatto all’auto per andarvene? No, non credo proprio.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10