(20 Buck Spin) La band ispirata da Lucio Fulci, regista italiano, pubblica un album che celebra uno dei film più discussi del realizzatore cinematografico “The New York Ripper”. I casertani puntano a pezzi brevi. Da meno di due minuti e neppure tre, fatta eccezione per la conclusiva “Il Miele Del Diavolo” che li supera di soli due secondi. Tutto ciò per precisare che i Fulci, come da prassi, sintetizzano il loro suonare, vanno al sodo e mostrano nell’immediato cosa sono capaci di fare e come vogliono farlo in ogni pezzo. La band ancora una volta appare come una sorta di ibridazione tra i Cannibal Corpse più conosciuti e standard, con quelle inesorabili e toccanti cavalcate dei Bolt Thrower. In particolare, pensando ai secondi, risaltano subito alle orecchie nelle atmosfere. Temi tenebrosi, oscuri oppure epici, sono aperture melodiche che si frappongono tra blocchi di un death metal spedito, possente, a tratti con principi thrash metal. Si distingue “Knife” con la partecipazione di Lord Goat che piazza una linea rap molto aderente al senso generale di questo pezzo certamente crossover. C’è anche Sherwood Webber di Skinless, il sassofonista Mario Luce, e ancora una volta i sintetizzatori di TV-Crimes lì dove sono occorsi per restare aderenti a questo film del quale si è detto in apertura. Per il resto “Duck Face Killings” si assimila. Al secondo ascolto sembrava di conoscere e vivere nella mente certe aperture melodiche così mastodontiche e annerite dal male, non da meno schitarrate a mo’ di motosega, scandite, massicce. Anche le accelerazioni, con blast beat folli sono una scossa tellurica secca e immediata e dalla quale poi erompono riff assassini che sminuzzano tutto. Posseggono un sound pulito ma potente i cari Fulci.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10