(Minotauro Records) Un po’ stoner, un po’ rock, un po’ doom… decisamente un sound occulto di matrice italica, quel sound caratteristico, potente, perverso che rende e ha reso grandi nomi come Death SS, Paul Chain o Abysmal Grief. Oscurità, fumo, nebbia, luci provenienti da funeree candele disseminate tra antiche tombe dimenticate: è questo il feeling che emerge da questi intensi tre quarti d’ora esaltati da sintetizzatori glaciali e organi suggestivi. Linee vocali clean, molto doom, sofferte e emozionali si srotolano su sei ottimi brani (sette con la cover di “Profanation” dei Death SS): “The Deer Woman” è grintosa, pesante e tetramente melodica, mentre “Boletus Satanas” ingloba quel fantastico feeling vintage che su “Last Sip” diventa perverso ed ossessivo in perfetto stile doom. Coinvolgente “Drunk In Hell” specie nella seconda parte, molto profonda, molto liturgica, mentre “Petronica” prende direzioni vagamente psichedeliche, regalando all’album una ulteriore energia evocativa. Su questo genere lo stile Italiano è praticamente insuperabile, ed i Funeral Marmoori, giunti al secondo lavoro, sono un’ulteriore conferma; un altro nome capace di esaltare quel gusto per l’horror ed il macabro che nel nostro paese ha saputo imporsi sotto diverse forme artistiche.
(Luca Zakk) Voto: 8/10