(Osmose Productions) Dopo “Stigmata Mali” dello scorso anno, Maurits Jansen pubblica un nuovo lavoro come Funeral Winds intitolandolo e dedicandolo a colui il cui nome è 333, cioè il Guardiano dell’Abisso, demone della dispersione e noto col nome di Choronzon. Costui è l’ultimo ostacolo prima dell’illuminazione definitiva, prima dunque di attraversare e andare oltre l’Abisso. Una declamazione d’intenti radicata nel black metal, suonato con una lieve pacatezza, visti i tanti low e mid-tempo, pur non senza concedere un minimo di blast-beat. Un muro sonoro eretto con riff decisi e possenti, alcuni in stile Burzum, altri tra Crest Of Darkness e i Darkthrone più massicci e cadenzati. Funeral Winds è una sorta di mantra dalle fattezze black metal in diversi momenti di “333”, quando l’irruenza monta nei pezzi e decollano i blast beat o tempi comunque veloci, le chitarre si riscaldano, il turbinio irruento e sfacciato del genere cresce a dismisura. Maurits Jansen in questo ottavo album del suo progetto black metal, arriva a una fioritura di pezzi ben inquadrati e dove i riff delle chitarre prendono la scena in questo monolitico black metal. La voce è uno scream tra il sussurrato e un impastato rantolio, la quale gioca un certo contrasto con il muro musicale e sembra in certi frangenti un elemento debole rispetto al tutto.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10