(Memento Mori) Nel 2006 nasce come Human Waste, poi la band intraprende un percorso lungo. In esso la metamorfosi del nome e soprattutto l’inabissamento nel death metal. Suonando il genere in maniera ‘vintage’, i svizzeri hanno edificato un sound altamente tenebroso ed angosciante. Le chitarre sono di un fragore apocalittico, la batteria è un po’ grezza e il cantato si manifesta con torva, lacerante e fredda modalità. I primi Autopsy, i Messsiah e molto degli Obituary degli eseordi, sono le figure retoriche di questo album che in quaranta minuti scatena una tempesta abominevole. Fasi veloci non mancano, ma i Funeralopolis non avanzano costantemente a rotta di collo, tanto che le stesse chitarre concedono degli sprazzi, sempre pochi, appena più elaborati nel suddividersi i compiti. I Funeralopolis sono zolfo e maledizione, sono tenebre e morte. Sono death metal senza compromessi.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10